Paradise lost- Le dinamiche trinitarie

 

Nelle ultime settimane è nata, nella nostra pagina Facebook, un'interessante discussione sulle cosiddette "dinamiche trinitarie" all'interno del Movimento dei Focolari.
Cosa significa? Fondamentalmente i Focolari, oltre ad avere una loro personale visione della S. S. Trinità, hanno anche una "dinamica", ovvero una prassi di comportamento, delle tecniche spirituali da mettere in atto per "vivere in terra in modo trinitario". 

Da dove salta fuori tutto questo? Direttamente dalle rivelazioni che Chiara Lubich ha ricevuto nel periodo "Paradiso '49". Ne abbiamo parlato già qui.
Il "Paradiso '49", ad una prima lettura, può apparire un testo confuso, mentre in realtà seguirebbe un ordine ascensionale e progressivo: Chiara riferisce una serie di scoperte che diventano sempre più grandi, anche se torna spesso a trattare argomenti precedenti, probabilmente perché nel frattempo ci ha riflettuto sopra. 
Chi si occupa di spiegare tutto questo? La Scuola Abbà, per esplicita richiesta di Chiara. Nel nostro post che abbiamo linkato, potete ripercorrerne la storia; nello specifico, sono il vescovo Klaus Hemmerle ed il focolarino teologo Piero Coda a ricoprire l'incarico di rileggere il "Paradiso '49" con Chiara e di aiutarla ad inserire le sue intuizioni mistiche nella dottrina ufficiale della Chiesa. 

Ma i due sembrano appassionarsi a titolo personale ad un tema ricorrente del "Paradiso'49": la Trinità. Hemmerle scrive un piccolo saggio, "Tesi per una ontologia trinitaria", su cui Coda fonda una vera e propria dottrina, l'ontologia trinitaria, appunto, e l'approfondisce con numerosissime pubblicazioni. Se volete seguire il dibattito, i trinitariologi hanno formato una community, e ne trovate qui il sito. 
La Trinità è un mistero, ma Piero Coda sembra determinato, per sua esplicita ammissione, ad approfondirne la conoscenza, rompendo i tabù che avvolgono ancora l'argomento. Perché si sente così sicuro di saperne qualcosa? Semplicissimo: perché Chiara è entrata nella Trinità nel "Paradiso '49". Non ha solo visto il mistero trinitario ed avuto una temporanea comprensione, come accade a Dante, nella Divina Commedia: Chiara è diventata Dio, non nel senso blasfemo di essere Lui, ma in quello di capire "come ci si sente ad essere Dio", com'è, per così dire, il Suo funzionamento. 

Ad esprimere un parere personale, quello di Chiara somiglia ad un trip provocato da sostanze allucinogene, nel corso del quale il soggetto ha l'impressione di subire delle alterazioni nella forma, lo stato, la posizione... Insomma, Chiara subisce delle metamorfosi.



Attenzione, però: stiamo parlando di "ontologia" trinitaria, ovvero di sapere com'è fatto Dio. Quelle che ci interessano, invece, sono le "dinamiche trinitarie", ovvero i comportamenti con cui noi comuni mortali possiamo "amarci come Dio", ovvero relazionarci tra noi alla maniera del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ma è possibile? Diciamoci la verità, ha senso, una cosa del genere? 
Anche papa Leone IX, in alcune sue omelie, ha invitato i fedeli ad essere "un riflesso della Trinità", ma la differenza appare evidente: le persone della Trinità si amano tra loro, e così possono fare i cristiani, imitandole; altra cosa è ritenersi in grado di "essere loro". Quella è una specialità dei focolarini: raggiungono l'incredibile risultato applicando l'Ideale di Chiara. 

Per capire da dove Hemmerle e Coda cerchino di spremere le idee sulla Trinità, trasformandole in un discorso culturale e sensato, diamo a tutti il permesso di leggere alcuni estratti del Paradiso '49. Buon viaggio.










Una precisazione: il testo dattiloscritto risale ad una conversazione del 1974 tra Chiara e e don Pasquale Foresi (lo trovate nell'ultimo brano con la sigla Ch.tto). Lei racconta ciò che ha visto, lui interviene e fa delle chiose, cercando di inquadrare le visioni nell'ambito della filosofia, in particolare di Hegel. 

Forse vi sarete già accorti che compare subito la questione del "nulla" e dell'annullamento di sé, ed è decisamente impossibile affermare che Chiara Lubich sia stata fraintesa, come ha tentato di fare Margareth Karram. "Noi siamo quando non siamo" perché questo proviene, secondo le visioni, dalla natura stessa di Dio. 








Ora che vi è tutto più chiaro (sì, stiamo prendendovi in giro: "chiaro" nel senso di come la vede Chiara), avrete notato un'altra cosa: non siamo di fronte ad una vera e propria Trinità, ma ad una coppia Padre-Figlio, a cui si va ad aggiungere l'Anima, ovvero il gruppetto di persone che sta seguendo Chiara nelle scoperte (Igino Giordani e le compagne del primo focolare). Chiara lo afferma esplicitamente, in altri brani che non pubblichiamo: la rivelazione si è articolata, all'inizio, in una triade Padre- Figlio- Maria, come se quest'ultima fosse parte della Trinità, mentre lo Spirito Santo è molto più defilato. 

Se le cose non vi ritornano granché, va anche precisato che Piero Coda, in tempi recenti, ha cercato di giustificare le affermazioni ardite della Lubich come "linguaggio della mistica". I mistici bisogna perdonarli, si esprimono in modo strano; soprattutto le donne, che hanno una certa attitudine a mescolare con il divino fidanzamenti, amoreggiamenti, sposalizi, essendo delle romanticone; ne parla, ad esempio, in questo convegno:



Ma a noi, francamente, questa non pare la solita mistica: siamo di fronte a dei tentativi di parlare di Dio addirittura in termini di fisica quantistica e di astronomia. Se il Padre è un gigantesco sole, cosa accadrebbe se si trasformasse in un buco nero, che aspira tutta la materia?

LA FINE DEI TEMPI 




In sostanza, il Padre è questo Sole che emana all'esterno i raggi di luce, che sono il Figlio, quindi egli ha la funzione di esecutore, di fatto, della volontà paterna, di diffusore. E, alla fine dei tempi, è il Padre che richiama tutto a sé; sembrerebbe di intravedere un rapporto di subordinazione. 




"Nessuno ha libertà maggiore di chi obbedisce a sé stesso (perché saranno tutti Verbo)". Intanto, però, impostiamo tutta l'eternità sulla dinamica comandare-obbedire, con un Padre che è "autorità massima", e comanda presumibilmente sul Figlio, che a sua volta si fa obbedire dalle "idee" (tutto è molto neoplatonico). 











Insomma, altro che mistica, qui siamo alla materia e all'antimateria. A Chiara non importa nulla degli interventi filosofici di Chiaretto, lei non perde tempo con Rosmini, la Tomistica e via dicendo, fa sintesi di tutto con GA (Gesù Abbandonato), suo sposo e sua personalissima scoperta. 

Molto bene... E noi? 
Nel corso del dibattito in Facebook, un utente ha rilasciato queste affermazioni:


È il caso dei "rapporti trinitari", che poi che cosa sono, se non la circolazione d'amore tra le persone che, stando nell'amore reciproco, possono assumere ruoli diversi a seconda del momento e del contesto. Si può esercitare il ruolo paterno, filiale, o fare semplicemente da contesto amoroso, da collante. Ecco l'ontologia trinitaria, cioè l'essenza della Trinità: l'amore circolante, libero, trasformante, che supera ruoli, gerarchie, barriere.

E questa dev'essere la vulgata, la versione pratica delle "dinamiche trinitarie" che circola nei focolari. Qualcuno fa il Padre, qualcuno il Figlio, un altro o tutti gli altri da "contesto amoroso" (?), che sarebbe lo Spirito Santo. E si scambiano di ruolo, a quanto pare. Come si è passati dalla visione di Chiara a questo? Ci manca l'anello  di congiunzione.

Avrete già capito quali sono i rischi: chi fa il Padre ordina, il Figlio obbedisce, gli altri addirittura sono deumanizzati, perché sono "un contesto", "un collante", qualunque cosa significhi. Facile immaginare chi sia il Padre: Chiara stessa, o il capofocolare, l'autorità che la rappresenta. Cosa significa assumere un altro ruolo? Che il focolarino comune fa da Padre al suo capofocolare? Non lo sappiamo, ma il sospetto è che il focolarino si trovi qualcun altro, un altro sottoposto, e faccia da Padre a lui, salendo così di grado. In tutto questo, il Figlio, con i suoi raggi, è attivismo, proselitismo, per ricondurre tutto al Padre, che è effettivamente un "motore immobile", come volevano i medievali, ma in sostanza non fa nulla perché manda avanti gli altri due. 
Il Figlio si annulla per compiere la volontà del Padre, ma lo fa spontaneamente, per amore, perché è la sua natura. Ma cosa succede se, per una volta, si ribella? Per saperlo, basta seguire la vicenda di GA: secondo Chiara, in un momento in cui Gesù non era come il Padre lo voleva (e neanche per colpa propria, ma perché si era fatto carico dei peccati degli uomini), il Padre lo ha ignorato e immediatamente scarica... Abbandonato. Per caso è capitato anche a voi, dopo anni di indefessa militanza nel Movimento?
Ve ne siete andati? Avete messo una pezza e riaggiustato i rapporti, come fa il sempre solerte GA? Oppure siete lì che stringete i denti, nella speranza di diventare voi, un giorno, il Padre? 





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