Furiosità storiche: la migliore edizione del Genfest

 

Naturalmente è quella in cui c'eri anche tu!

Non avete mai partecipato ad un Genfest? Allora vi consigliamo, innanzitutto, di fare riferimento a questo video: 


E di leggere questo articolo, dove potrete trovare testimonianze riferite ai Genfest  considerati "iconici", quelli che hanno fatto la storia, anche se sicuramente voi rimarrete del parere che il vostro fosse l'edizione più bella. 

Voi cosa ne pensate di un raduno di "giovani"(e con giovani si intende, più o meno, un'età tra i 16 e i 30 anni, ma vanno messi in conto anche gli adulti accompagnatori) arrivati da tutte le parti del mondo, che parlano qualunque lingua e professano qualunque religione? E' bello, no? Se poi consideriamo che durante la manifestazione si lanciano messaggi d'amore e di pace, con i tempi corrono, che sono sempre corsi in tutte le epoche... Qualunque persona di buon senso sosterrebbe volentieri un Genfest!
No: c'è un sacco di gente, a partire dal mondo cattolico (e questo è un punto saliente del post: se il Genfest sia o meno un evento cattolico) che boccerebbe l'idea in toto. Monsignor Viganò, ad esempio: dato che scrive dal Vaticano (finché non riescono a sfrattarlo), direbbe sicuramente "Ma che è 'sta cafonata deista?" Monsignor Viganò condannerebbe il Genfest come tipica festa massonica della "fratellanza universale", nella quale tutti si amano senza precisare chi sia il proprietario della assoluta Verità. E non sarebbe meglio delle attuali religioni organizzate? No. 
Il problema è che anche chi non ha nulla da ridire sulla fratellanza universale, alla lunga, sui Genfest si ritrova perplesso. Una cosa bella, colorata, festosa, ma anche melensa, dispendiosa... Inutile? Perché organizzare ancora i Genfest, com'è accaduto in Brasile di recente? Qual è il significato reale dell'evento, che comporta elevati costi e dispendio di energie umane? A cosa serve, esattamente, un Genfest? Forse sono interrogativi che la manifestazione porta con sé fin dall'inizio. 
Misteriosa come tutti i disegni di Chiara, alla fin fine; le origini ciò che fa sono sempre un po' ambigue.

Il logo del Genfest, che ha sempre mantenuto l'originario stile anni '70, e che cambiava di volta in volta i colori. Qui nella compilation delle canzoni

«Eravamo giovani come gli altri, immersi nelle sfide più attuali, e respiravamo, anche culturalmente, tutte le suggestioni del tempo, che erano fatte anche delle contestazioni giovanili del 1968, ma noi avevamo un’altra rivoluzione». (...) «L’idea di Chiara di lanciare le giornate dei giovani era anche una risposta al fermento del ’68, certamente» – continua Valerio – «Le contestazioni giovanili erano caratterizzate dalle assemblee a scuola, in università, tanto che di un incontro così come oggi è il Genfest si cominciava a parlare già in quelle occasioni. C’era tutto un retaggio dei grandi raduni, come quello di Woodstock ad esempio, e anche noi li organizzavamo, e anche per realizzare quelli più piccoli, facevamo allora pazzie (...) Loppiano, la cittadella internazionale dei Focolari vicino a Firenze, è nata da pochi anni e guarda a cosa sta succedendo intorno, e si comincia così a parlare di un grande incontro proprio a Loppiano. «Forse era già un primo Maggio, quel 1971, quando il raduno prese la forma di un grande meeting di complessi musicali. Anche io, come tanti giovani del tempo, facevo parte di un complesso musicale che voleva testimoniare l'unità con la musica, e noi andammo a partecipare con due canzoni.» (Intervista a Valerio Gentile in Ma è questa la vita: il mio Genfest, 50 anni fa! )

Il Movimento Gen nasce ufficialmente nel 1966, con uno storico discorso di Chiara di cui ha parlato di recente il blog di Tanya. E non è certo un movimento di massa: come ben si capisce, dalle strategie della Lubich, i gen sono un'élite selezionata di giovani che condivide il suo Ideale e si candida ad entrare, un domani, a far parte delle branche più "interne" dell'Opera di Maria. Le "giornate dei giovani" a cui fa riferimento Valerio Gentile sono degli eventi locali, capillari, con i quali i gen attraggono i loro coetanei tramite giochi, narrazioni avventurose e... Musica. Tanta musica, è fondamentale. 

Ai popi, mi ricordo, ho parlato loro di come...  è stata fatta un’inchiesta ad un dato punto ai giovani, per vedere qual è il loro ideale, per testare a fondo per vedere cos’è per loro la loro più grande aspirazione. Si pensava, naturalmente lo studio: non lo dicono, altre cose: non lo dicono, si pensava, beh, diranno lo sport, e neanche lo sport. Insomma, il risultato da questa inchiesta è che la loro più grande aspirazione è avere una chitarra. Tanto che io ho detto: allora, popi, noi ci siamo, perché la chitarra l’abbiamo. Tanto che ho dato loro, ed è stata ricevuta con grande entusiasmo, non sento di dire altrettanto delle pope perché non son sicura che la gioventù femminile abbia queste aspirazioni, però i popi entro quest’anno sarà di regola come gioco insegnare ai giovanetti a suonare la chitarra. (Chiara Lubich, discorso alle focolarine interne, 19 agosto 1966)

In effetti Valerio suona in un gruppo musicale, e come lui molti altri gen, che ricevono l'invito a partecipare ad un nuovo tipo di meeting, nella cittadella di Loppiano, tutto a base di esibizioni musicali. Cosa si può offrire loro di meglio? Andando a suonare a Loppiano, iniziano a sentir parlare del progetto del Genfest, una grande festa per i giovani. 

A Valerio viene richiesto di preparare il tema di inizio della manifestazione, dal titolo “Uomo -mondo al di là di ogni barriera”. Passare dai palchi dei teatri o conservatori al palco del primo Genfest è quasi cosa naturale: «Certo, eravamo coscienti che tutto lo sforzo significava costruire un mondo nuovo dove i valori in cui credevamo erano messi alla portata di tutti. E questo significava un lavoro molto intenso per preparare esperienze, canzoni, temi, ma poi ci confrontavamo, a volte era anche difficile, ma il senso di aggregazione e di essere un corpo solo ci dava una motivazione infinita. Non vivevamo in una bolla d’aria, l’entusiasmo era concreto».

L'attesa del Genfest è il Genfest essa stessa, naturalmente: i gen sono completamente assorbiti dal lavoro di preparazione, e sono convintissimi che il Genfest nasca da loro, dalle loro istanze di contestazione, dal desiderio di costruire il mondo nuovo. Non sanno, probabilmente, nemmeno che è Chiara ad avere indicato ai focolarini di puntare alla musica e, soprattutto, non sono loro ad averle chiesto di iniziare i Genfest. Dalla nascita del Movimento Gen al primo Genfest (1973) sono passati 7 anni, Loppiano esiste dal 1964; chi conosce i focolarini e la loro frenetica attitudine a lanciarsi nelle "novità", sa che si tratta di tempi lunghi. Cos'è successo, di colpo?

A chiarire il mistero, forse, è il focolarino di Loppiano  Umberto Giannettoni:  

Chiara dopo un incontro col Priore di Taizé parla, a Rocca di Papa, di Loppiano come “Città dei giovani”. Fede, Giorgio Marchetti, uno stretto collaboratore di Chiara, in un suo viaggio a Padova, si ferma per pochi momenti a Campo Giallo. Racconta di quanto Chiara ha detto. “Umberto ha come un lampo nell’anima. Bisogna rispondere subito a Chiara.” Il week-end organizza una gita con i capo-focolari della scuola al Passo del Muraglione, sull’Appennino. La mattina della domenica due pulmini ed una macchina partono. In un bar del Passo si studia la possibilità di un grande incontro di giovani a Loppiano, per il primo maggio. L’incontro si chiamerà Genfest, saranno chiamati a partecipare giovani di varie zone e nazioni. Ognuno sarà invitato a dare un contributo artistico. (...) Renata e Maras, pur rendendosi conto dell’arditezza dell’idea, sostengono l’iniziativa. Tutto dovrà essere preparato senza danneggiare la vita ordinaria della cittadella. Sono presenti a Loppiano un bel gruppo di giovani ricchi di talenti. Fra i molti Eleno, un giovane brasiliano, cantautore, oggi già in Paradiso, che molto contribuirà per la parte artistica. Tutti si impegnano al massimo. Il primo maggio 1971 nell’anfiteatro naturale di Campo Giallo, sotto un sole splendido, vediamo arrivare migliaia e migliaia di giovani. La giornata, a cui hanno dato il contributo in molti delle zone italiane ed europee, si dimostra di una grande efficacia per i giovani, che la sera partono felici e pieni del divino che hanno sperimentato. (da La nascita del primo Genfest a Loppiano, nei ricordi di Umberto Giannettoni, in Loppiano.it 23 aprile 2018)

Tutta la storia della nascita segue una classica gestazione focolarina. Chiara ha conosciuto una personalità di rilievo, il priore di Taizé: si tratta una realtà specializzata da tempo nella ricezione ecumenica di giovani, al punto che, nel 1970, è nato un "Concilio dei giovani", che rivendica istanze politiche e di rinnovamento della Chiesa. E' subito desiderosa di competere, anche se Loppiano, di fatto, non ha nulla di tutto ciò, vive su piani diversi. Chiara si confida "a Rocca di Papa", ovvero con i responsabili della dirigenza di Roma, che subito,  nella persona di Fede, mandano il segnale a Loppiano: questo è quanto vuole la cara leader, vedete di pensarci. Umberto si fa venire l'idea per compiacere Chiara ed organizza il piano di battaglia, con una riunione dei capi al bar che sembra quasi una congiura: decidono loro il nome dell'evento e lo pianificano nei dettagli, attingendo ai talenti degli aspiranti focolarini di casa a Loppiano, e a quelli dei gen in giro per l'Italia, soprattutto se, come Valerio, suonano in una band. Significativo che promettano ai due responsabili, Renata Borlone e Maras Alfredo Zirondoli, di non "danneggiare la vita ordinaria della cittadella": altro che città dei giovani, altro che evento realizzato dai giovani stessi. 
Oltretutto, da quanto sembra di capire, in questo primo incontro gli organizzatori sono solo maschi, e probabilmente lo sono, almeno in buona parte, i partecipanti; Fede ha contattato "Campo giallo", ovvero la sezione di Loppiano riservata alla parte maschile, e  i sondaggi di Chiara dicevano che sono i giovani maschi a volere la chitarra, delle femmine non è giunta notizia. Successivamente, visto il successo del Genfest in termini di grandi numeri, i focolarini parleranno anche alla capozona Renata e l'incontro del primo maggio diventerà, per così dire, misto. L'unica donna di cui si abbia memoria sul palco è lei, anche se Renata non è assolutamente il tipo che ama mettersi in mostra: deve fare le veci di Chiara, dare "l'annuncio" dell'Ideale che sarà la grande scoperta in grado di folgorare i partecipanti.  Nessuna fraternità massonica, anzi, in questa storia c'è persino una certa rivalità con frère Roger di Taizé; ci aspetteremmo che si presenti Chiara, invece arriva don Pasquale Foresi, in abiti sacerdotali e, a partire dalla seconda edizione, porta anche gli auguri del Papa. Tutto in regola, insomma, non ci sono ancora accenni a quello strano termine "Uomo-mondo", che Valerio Gentile ha tirato fuori nella sua intervista. 

Proseguiremo questo post parlando dei contenuti dei vari Genfest, e ci soffermeremo in particolare sui discorsi preparati da Chiara, per comprendere l'ideologia del Genfest nella sua evoluzione. Questo significa che daremo meno spazio ai giovani e alla loro creatività, anche perché, come avrete capito, è molto difficile ricostruire quanto fossero spontanei e quanto invece imbeccati dai focolarini. Per dare un esempio, ricordiamo "XX secolo" di Paolo Bampi: il sospetto è che la sua tragica morte prematura abbia contribuito al successo della canzone, di cui ci è stato tramandato accuratamente il testo, per il messaggio fortemente ideologico, accompagnato dalle foto e dalle testimonianze di quanti lo hanno conosciuto. Cosa manca? La musica, che invece era piaciuta tanto ai giovani. Dell'interpretazione di Paolo non c'è traccia: nessuno, tra gli infiniti girati dell'Opera, ha ripreso la sua esibizione? 



1975- Il Genfest si sposta a Roma

Vi consigliamo di vedere anche questo video: qui siamo alla storiografia ufficiale, che ritiene il Genfest "roba dei giovani" e quindi decide di accorpare le edizioni del '73, '75 e 2000 senza rispettare la divisione per decadi, come sarebbe più corretto.

Concentriamoci sull'edizione del 1975: come mai da Loppiano i nostri sono arrivati a Roma, nella cornice del Palazzo dello Sport? Non dimentichiamoci che siamo all'interno dell'anno giubilare, e che il papa è Paolo VI, Giovanni Battista Montini. Oltre ad essere un parente di Eli Folonari, la segretaria di Chiara, è anche un amico di lunga data di Igino Giordani, e da tempo si intrattiene con Chiara in lunghe conversazioni. Il Giubileo è dedicato in modo particolare alla riconciliazione, uno degli obiettivi di Montini è il riavvicinamento alla Chiesa ortodossa, ed ha coinvolto anche la Lubich in una serie di missioni a Costantinopoli. Nulla di strano, quindi, se i Focolarini sono grandi protagonisti, con la loro manifestazione più spettacolare, quella da ben 20.000 partecipanti.

Ai giovani l'ecumenismo interessa ancora poco, sono preoccupati, con toni che oggi possono farci sorridere, da "Hashish, LSD, eroina, trip favolosi, ma quando siamo ritornati il mondo era tale e quale": nulla da vedere col leggendario trip che ha generato la spiritualità del Movimento, al cui ritorno il mondo è completamente cambiato, un mondo nuovo. Facciamo notare anche la tendenza a maneggiare con disinvoltura il testo del Vangelo, "una bomba atomica", e l'adesivo dell'edizione 1975: oltre alle immancabili chitarre c'è, sullo sfondo, il Cupolone di San Pietro.

Non è un caso: Chiara non sembra essere presente alla giornata nello stadio, il suo interesse è per quello che accadrà il giorno dopo, in Piazza San Pietro. Paolo VI tiene un'intera omelia per accogliere i gen, dai toni fortemente entusiastici, definendo il Genfest "Convegno di "gen", generazione nuova". Le preme portare, periodicamente, i membri del Movimento in udienza dal Papa, per averne la speciale, quasi magica benedizione, e difatti, all'offertorio, si presenta all'altare con dodici giovani. La foto di Chiara inginocchiata ai piedi del Papa ed accolta da lui è, per i focolarini, una delle immagini più importanti del Genfest. Paolo VI li ricorda anche durante l'Angelus: «Abbiamo avuto questa mattina d’intorno all’altare ventimila fedeli, giovani GEN – Generazione Nuova – provenienti da tutto il mondo. Una commovente bellezza. Ringraziamo Dio e riprendiamo coraggio. Nasce un mondo nuovo, il mondo cristiano della fede e della carità».

Già, il "mondo nuovo"... Pure Paolo VI ci fa delle sorprese? 

1980: Mondo unito, mondo nuovo, Uomo-mondo, Uomo-Dio 


I numeri dei partecipanti levitano, ormai siamo a 40.000, la cornice del Genfest è lo Stadio Flaminio di Roma. 

Per un mondo unito viviamo ormai,
per quel mondo nuovo che sulla terra nasce già.
L'uomo accanto all'uomo riscoprirà
la grandezza della sua umanità. 

E' notevole che, in una canzone dei Focolari, si parli di "grandezza dell'umanità", del valore dell'uomo e non della divinità, del soprannaturale, della fusione in Uno e via dicendo. Si capisce che nel Genfest circolano idee più laiche, anche se subito la strofa ci riporta alle solite atmosfere un po' gnostiche di Chiara:

... e noi crediamo che se ci amiamo
l'Uomo Dio vivrà fra noi
e con lui riporteremo il mondo all'unità. 

Già, Chiara finalmente tiene "il discorso inaugurale del Genfest", con evidente soddisfazione nel trovarsi al centro di uno stadio così grande, circondata dalla folla dei "suoi" giovani. Nel logo è scomparsa San Pietro, siamo a dei toni astratti rosso e oro, ma i gen non mancheranno nemmeno stavolta di presenziare alla messa dell'indomani, riempiendo la piazza e addirittura esibendosi con gli strumenti elettrici nel contesto sacrosanto della Basilica. 

Lo schema del discorso segue un ordine che Chiara utilizza spesso: dapprima mostra il negativo del mondo (interessante soffermarsi su quali siano le problematiche a cui dà la precedenza), poi evidenzia come i movimenti spirituali siano la "risposta" migliore a tutti i mali, conclude raccomandando ai giovani il proprio Ideale come segreto per risanare le ferite.

Il Movimento Gen non dimentica che esso è un figlio della Chiesa, di questa Chiesa del 2000, fiorita venti secoli fa dal cuore di Cristo, che prima di fondarla ha pregato il Padre così: "Padre che tutti siano uno", chiedendo in pratica l'unità del mondo (...) Egli è Uno come nient'altro nell'universo creato. Eppure è Trino: Tre sono le Persone della Santissima Trinità. E chi le fa uno? L'amore. Ebbene i gen sono coscienti di poter partecipare a questo amore divino che fa uno Dio e di essere in grado di iniettarlo nelle strutture della società, fra uomo e uomo, fra gruppo e gruppo, fra popolo e popolo, realizzando un'unità unica, saldissima e infrangibile. Anzi i gen, voi gen, incominciate per primi e impostate la vostra vita, tutte le vostre unità, ogni vostra attività, le vostre manifestazioni, su quest'amore che scende dal Cielo.

Il "mondo unito" non è una fratellanza tra gli uomini, ma è un'unità mistica che scende dal cielo, frutto di quelle "dinamiche trinitarie" che Chiara avrebbe appreso dalle rivelazioni del 1949, e che negli anni Ottanta iniziano ad essere studiate dalla scuola Abbà. Il mondo unito arriverà di sicuro: è il modo in cui Chiara interpreta la preghiera sacerdotale di Gesù, nel capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, "Affinché siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te; siano anch'essi uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato". E i giovani, convinti come sono che il Vangelo sia il manifesto programmatico di una rivoluzione, le credono sulla parola, senza immaginare quanto quel testo sia stato discusso ed interpretato dai teologi.
Ma non è finita: per avere il quadro completo sul "mondo unito", dobbiamo parlare dell'Uomo mondo, che fa al pari con "L'Uomo Dio" della canzone. E che fa pensare molto anche all'"Uomo nuovo", un concetto caro ai totalitarismi: sia fascismo che real-socialismo propongono la creazione di un nuovo soggetto antropologico, un individuo nato dalla rivoluzione, abitatore di una nuova civiltà. 
Tranquillizziamoci, l'Uomo Mondo/Uomo Dio non siamo noi poveri mortali, ma  è Gesù. Lo dobbiamo imitare, per sconfiggere i mali dell'umanità? Ma neanche: dobbiamo riportarLo a vivere in mezzo a noi, ci penserà Lui a fare tutto.

L'uomo mondo
Se avete voluto soffermarvi a linkare e leggere quest'altro discorso di Chiara, che risale al 1972, avrete scoperto l'altra faccia della medaglia, anzi, della bandiera. Un discorso tenuto, stavolta, non ai giovani in uno stadio ma a dei gen più selezionati e guidati da Giuseppe Maria "Peppuccio" Zanghì, che sta leggendo a suo nome. L'"Uomo mondo" non è più il Gesù che prega, ma Gesù Abbandonato, Colui che grida, al culmine della passione, perché si sente misteriosamente separato dal Padre, come se avvenisse una rottura nella Trinità. Sono, per l'appunto, le visioni di Chiara, ed è proprio Peppuccio, che è  filosofo, a rinforzarla, riferendole che Gesù Abbandonato è la più grande rivelazione della storia del Cristianesimo, che lei, Chiara, sposando Gesù Abbandonato ha generato una nuova Incarnazione. Sicuramente molte parti del discorso, come i riferimenti alla crisi della cultura occidentale, sono opera sua, a riprova dell'influsso che sta esercitando sulla Lubich in questo periodo. Anche la citazione della "bomba atomica", che abbiamo già visto nel '75, proviene dalle dissertazioni di un altro focolarino, Piero Pasolini, che su Gesù Abbandonato e le "dinamiche trinitarie" scriverà molto, insieme a Zanghì. Gesù Abbandonato è molto meglio di Oppenheimer, Lui è morte e rinascita dell'intero Creato. 
E i gen, cosa c'entrano? Nella bandiera che li rappresenta, consegnata loro da Chiara, simbolicamente e non solo, ad ogni convegno... Portano due slogan: "Che tutti siano uno" e "Perché mi hai abbandonato?" Chiara Lubich e i focolarini uniscono le parole di Cristo, proditoriamente interpretate da loro, all'"invenzione" teologica specifica di casa loro, Gesù Abbandonato; credendo in Gesù i giovani crederanno in Chiara, e viceversa. Cosa può importare, ai giovani che cantano sugli spalti del Flaminio, di questo colpo di mano teologico? Poco o nulla, loro sono convinti di avere trovato qualcosa di grande in cui credere e di "costruire insieme" il mondo unito. 

1985: Chiara fonda un nuovo movimento


"Molte vie per un mondo unito": non siamo più allo Stadio Flaminio, ma di nuovo al Palazzo dello Sport, che ora viene chiamato PalaEur. Probabilmente è questa la più bella edizione del Genfest, in termini di coreografie, colori, numeri folkloristici delle varie nazioni, con gli immancabili inni del Gen Verde e del Gen Rosso, tra cui spicca la solenne "Mille strade verso il sole, che colorerà il cammino della nostra terra verso l'Unità". La macchina è ormai rodata, il Genfest ha acquisito anche un'altra funzione: tutte le zone dell'Opera di Maria sono a rapporto, davanti a Chiara, per testimoniare la presenza dei gen, numerosi ed attivi. 
Eppure è difficilissimo reperire il testo del discorso di Chiara di questa edizione. Un discorso ancora più importante del solito, in realtà: Chiara annuncia la nascita di un nuovo movimento giovanile, "Giovani per un Mondo Unito", chiamato familiarmente anche "Gioventù nuova". Giovani per un Mondo Unito è un'"emanazione" o, meglio ancora, "irradiazione" di Gen; "irradiazione" nel lessico di Chiara significa "apostolato". In sostanza, i gen praticano il proselitismo nei confronti dei GMU, ma non sembra proprio che siano stati loro a chiedere a Chiara la nuova fondazione, è una sua iniziativa. 

Allora, cosa mi aspetto da voi? Mi aspetto tanto! Che siate “uomini nuovi”: occorre vivere la nostra spiritualità sul serio, non da mezze misure. Che siate “uomini nuovi”: occorre amare. Che formiate “uomini nuovi” nel mondo. Che vi troviate nei vostri ambienti a creare “cellule d’ambiente”, che mettono Cristo in mezzo e irradiano la sua luce nelle strutture per cambiare le strutture del mondo. Che facciate delle opere tali da testimoniare al mondo che il mondo unito è una possibilità (...) Ecco, questa idea del mondo unito noi dobbiamo averla sempre dentro e creare l’opinione. (Chiara Lubich, risposte ai Giovani per un Mondo Unito, Castelgandolfo 4 marzo 1989) 

Sono passati quattro anni, i GMU hanno le loro strutture, i loro congressi, le segreterie, ma forse non è ancora chiara a tutti la differenza con il movimento Gen. "Occorre vivere la nostra spiritualità sul serio": quindi anche i GMU seguono "Ut omnes unum sint" e Gesù Abbandonato? Sembrerebbe di sì, la differenza sostanziale sta nel fatto che includono persone di orientamenti religiosi e convinzioni varie, e che interpretano l'Ideale, per così dire, più all'acqua di rose, mentre i gen hanno accesso a tutte le verità iniziatiche del carisma. E poi, soprattutto, devono realizzare grandi opere e plasmare l'opinione pubblica. Chiara, in questo senso, è fiduciosa, si aspetta che le conquistino sul serio il mondo. 

Anche stavolta, com'è successo ad altri movimenti di "irradiazione", i numeri degli aderenti crescono, ma le grandi opere tardano a farsi vedere. I giovani sembrano stabilizzarsi su piccole iniziative a carattere locale, soprattutto per raccolte fondi da inviare al Centro di Roma; bisogna dire che i gen si impegnano per animare questo movimento, soprattutto perché hanno scoperto una differenza interessante: in Giovani per un Mondo Unito non vige la separazione che caratterizza Gen, maschi e femmine si incontrano insieme. E così molti gen frequentano GMU volentieri, prima di tutto, per vedersi tra loro come un normale gruppo di coetanei, e per loro è già un passo avanti verso un mondo più unito. 

1990: Arriva Giovanni Paolo II


E' il 31 marzo 1990, Giovanni Paolo II attraversa i sotterranei del PalaEur, per emergere sotto i riflettori abbaglianti e la folla esaltata di 16.000 giovani. Nessun gen lo ha scortato, accanto a lui ci sono Chiara e la solita dirigenza focolarina, ma a questo facciamo caso solo ora, rivedendo quelle immagini. I gen sono sconvolti: di solito sono loro che vanno dal papa, questa volta invece è arrivato lui, Gesù in persona. Anche il papa sembra sinceramente felice: del resto, si potrebbe dire, parafrasando un'altra canzone del Genfest, "l'ha costruito anche lui", perché il Genfest del '90 è quello che avuto più d'ogni altro ragione di esistere. 
Qualcosa è capitato davvero, che ha reso il mondo più unito: è caduto il muro di Berlino, i regimi del blocco sovietico si stanno sgretolando, e per la prima volta i gen dell'Europa dell'Est sono presenti. Si sapeva che esistevano, nel misterioso "Oltrecortina", potevano partecipare con difficoltà, arrivavano "aggiornamenti" al Centro dell'Opera simili quasi a messaggi in codice, il loro numero cresceva nel silenzio... Questa volta hanno organizzato i pullman, con i classici viaggi interminabili, sono arrivati per partecipare alla manifestazione ma anche per rimanere alle varie "scuole gen" , che si realizzano a Loppiano, a Montet e al Centro dell'Opera. I Genfest servono anche a questo, a formare la dirigenza da rimandare nei paesi più lontani. 
Giovanni Paolo II si è impegnato assai per far cadere il comunismo, e con lui, con il suo esplicito sostegno, tutto il Movimento dei Focolari. C'è una bibliografia estesa a proposito: certo, Chiara e il papa non ci sono riusciti realizzando delle piccole azioni per costruire un mondo unito (anzi, su certe attività di Wojtyla si è sentito dire di tutto), quindi possiamo dire che nemmeno stavolta i giovani hanno combinato qualcosa per contribuire alla causa. Ma meglio così: nel suo discorso, Chiara dimostra che il merito è tutto di Gesù, che ha riportato una "vittoria" sul mondo ateo d'Oltrecortina, e che gli uomini sono stati solo protagonisti secondari. 
Di questo discorso tutti amano ricordare la parte più convincente, quella in cui Chiara immagina che Gesù attraversi le strade del mondo contemporaneo e, di fronte alle varie ingiustizie, rinnovi il suo invito ad amarsi come lui ha amato. In realtà contiene molto di più, c'è la solita aspettativa messianica di una "unità" dai contorni indefiniti. Ma Giovanni Paolo II appoggia in pieno il suo concetto del "mondo unito", facendo a sua volta un discorso che riprende appieno le parole di Chiara. E' un trionfo.
E l'ecumenismo eterodosso? Se avete seguito il finale del video qui sopra, avrete notato un giovane monaco buddista tailandese che attraversa il palco e si va ad inginocchiare ai piedi di Woytjla. Un omaggio più esplicito di così, la cattedra di San Pietro è salva! Cattolici o protestanti, buddisti o musulmani, i giovani sono felici e respirano amore a pieni polmoni. Giovanni Paolo II non è venuto di certo a farsi solo omaggiare: è lì per osservare, osservare bene e trarre ispirazione per dare lo stesso stile alle sue Giornate Mondiali della Gioventù (GMG). Pare che Chiara non l'abbia presa bene.


Veniamo ai giorni nostri?

Tra Gmg che inglobano i Genfest, scomparsa di Giovanni Paolo II, edizione thriller del 2005 saltata per misteriose volontà di Chiara, che da lì inizia il declino delle proprie condizioni di salute, arriviamo ai Genfest dei secondi anni 2000, itineranti: 2012 a Budapest, 2018 a Manila ed infine, tra il 12 e il 24 luglio 2024, in Brasile. L'idea di un Genfest dislocato e distribuito in più momenti è indice di un clima diverso: l'evento epocale, trasmesso in diretta tv e seguito da centinaia di "punti di ascolto", le coreografie, i messaggi, hanno ceduto il passo ad una dimensione  minimalista, che i Giovani per un Mondo Unito sembrano prediligere. All'ultimo Genfest i giovani hanno visitato varie strutture assistenziali, promosse dal Movimento ma anche da altri enti, prevalentemente cattolici; un'occasione di "fare rete" con il mondo del volontariato e dell'impegno sociale, ma loro, di proprio, che cosa fanno?

Riportiamo il discorso dell'attuale Presidente Margareth Karram, al termine delle tre "fasi" del Genfest. Significativamente la Fase 3, quella in cui i giovani si sono suddivisi in gruppi per raccontarsi, appunto, cosa fanno, non è stata trasmessa in streaming: quanti erano e di che cos'hanno parlato?


“Con le nostre communities non vogliamo fare richieste, formulare slogan o lamentarci con i leader politici”, hanno detto i giovani. “Cerchiamo invece di dare un nome ai nostri sogni comuni, sogni di un mondo unito. Sogni personali e comunitari, che ci guideranno nelle attività che svolgeremo nei prossimi anni”. E hanno concluso: “Speriamo che vivendoli, ‘insieme’ e passo dopo passo, diventino segni di speranza per altri”.  (La fase 3 di Genfest 2024 si è conclusa, ma è solo l’inizio… in Focolare.org 26 luglio 2024)

Abbiamo concluso anche noi, con la nostra rassegna sulla storia dei Genfest e sul loro programma ideale. Ma, dato che "Siamo stat* gen anche noi", per usare una classica frase, non riusciamo a fare a meno di uscire dal nostro ruolo di bibliotecari* e, da autentic* boomer, dare un suggerimento a questi/e Gen Z. 

Carissimi giovani, noi auguriamo il meglio alle vostre United World Communities, ma ricordatevi quello che diceva la canzone, mentre Giovanni Paolo II entrava nel Palaeur:

Siamo pietre della storia, e vediamo l'uomo crescere
su profonde convinzioni, più di semplici emozioni siamo nuova umanità. 
  Gen Arcobaleno, Piccole onde, 1990

Quindi, potete continuare a ritrovarvi per starvene tra voi a sognare il mondo unito, facendo i cosplayer di Chiara, del papa, dei gen dell'edizione che volete, '75, '80, 2000... Oppure, se veramente volete fare qualcosa, vi suggeriamo di sceglierrvi una convinzione, ne basta una, ma almeno una convinzione che sia profonda e di studiarvela a fondo per capire cosa sia questo "mondo unito". Il Vangelo vissuto alla lettera, anche se fa storcere il naso i teologi? Approfondire finalmente "Che tutti siano uno"? O Gesù Abbandonato?
Anche perché non sappiamo quanto sarà contento papa Bergoglio, nell'apprendere che Gesù Abbandonato, come riferisce la Karram, "è un dio diverso" (a conferma che i Focolarini credono in un dio tutto per conto loro), e che "pone domande senza risposte" (sic, stanno riferendosi proprio a Gesù sulla croce). Una volta andava forte l'Uomo Mondo, Gesù Abbandonato l'atomica divina, adesso attraiamo i giovani della "società liquida" con un Gesù relativista assoluto, un Dio che abbraccia tutti come un caldo peluche. Però sempre mantenendo gli schemi rigidi di Chiara, tanto per farle credere che nessuno abbia toccato il suo carisma. 

"Un giorno il mondo potrà vedere l'unità" e cosa vedrà, esattamente? Sarà o non sarà un mondo nuovo? Provate a definire questo, oppure lasciate perdere, andate direttamente a bervi la birra al pub, come facevamo noi alla fine dell'incontro della nostra "United World Community". 




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