L'Ideale è nato che Dio mi ha messo dentro qualche cosa: una luce, un'esperienza. Io l'ho detta, gli altri l'hanno vissuta: è venuto fuori il Movimento dei Focolari (...) Perché, appunto, questa spiritualità che è nata in questa maniera- io dicevo quello che sentivo dentro e gli altri venivano dietro- poi si è tutta collegata, inanellata, un pensiero nell'altro, ed è venuta fuori una spiritualità. (Chiara Lubich, risposte alla comunità di Loppiano, 26/06/1989)
Chiara ci tiene a ribadirlo, Dio le ha donato qualcosa che la rende unica. Non lo definisce nemmeno "carisma", saranno i suoi specialisti a farlo, è "qualcosa" e tanto basta. La spiritualità che ne è derivata è spontanea, per non dire occasionale, "un pensiero dietro l'altro".
Ma per caso avete notato anche voi qualcosa di strano? "Io l'ho detta, gli altri l'hanno vissuta" "Io dicevo, gli altri venivano dietro." Chiara non si pone assolutamente allo stesso livello dei suoi seguaci, addirittura non sembra nemmeno tenuta a vivere lei stessa la spiritualità. Si percepisce una certa atmosfera da "armiamoci e partite"... Non sono la persona di Chiara, e nemmeno l'esempio della sua vita, a spingere gli altri a seguirla. E' il suo dire: il suo messaggio, il suo ruolo di tramite con Dio; la bravura degli altri sta nella loro capacità di comprenderla e di assecondarla.
Una simile fiducia, nei confronti di una giovane donna, è già di per sé notevole, ma chi conosce Chiara Lubich sa che la sua figura ha superato la semplice ammirazione, per approdare ad un vero e proprio culto della personalità. Come dimostra questo articolo di Francesco Murru per il blog Inciampo Carapace, Chiara era venerata già in vita come una santa, associata alla Madonna e come lei considerata una Grande Madre archetipica. Sì, perché mamma Chiara ha assunto le dimensioni di una dea madre, di una creatura divina: blasfemia? La fiducia è troppo poco, Chiara ha preteso la fede: come conciliarlo con l'ortodossia cattolica, a cui i focolarini tengono molto?
La maggior parte degli aderenti al Movimento ha vissuto la devozione senza nemmeno rendersene conto, scambiandola per affetto. Migliaia di persone si sono costruite un'immagine personale di Chiara, basata soprattutto sulle sue apparizioni in video, e l'hanno elevata a punto di riferimento della propria esistenza. Ma c'è anche chi ha ricevuto da Chiara il privilegio di starle vicino, di lavorare con lei alla sua Opera o addirittura di esserne "cofondatore". Sono loro a spiegare al popolo che Chiara è una creatura eccezionale, portatrice di una grande novità nella Chiesa. La prima volta che ho incontrato Chiara, ero realmente convint* che avrei incontrato Dio, che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata; una parte di me capiva che si trattava di un sentimento eccessivo, ma ricordo che pensavo: sarà così per tutti i fondatori di carismi, è normale che siano venerati, si tratta di persone di grande santità.
E invece no: nessun altro, nemmeno San Francesco, fu mai come Chiara Lubich. Come faccio a dirlo? Lo dichiara lei stessa.
Il segreto di tutto sta nelle rivelazioni ricevute nel "Paradiso '49". Lo spiega bene Padre Fabio:
Tutto il Movimento dei Focolari è stato costantemente alimentato dalla luce scaturita da quell’esperienza, anzi è stato da essa forgiato. Il Paradiso ‘49 lo abbiamo già dentro, più di quanto non immaginiamo." (Padre Fabio Ciardi, Paradiso '49, un'esperienza che ha plasmato i Focolari).
Vogliamo offrire a tutta la nostra community dei paradisiologi l'opportunità di confrontarsi direttamente con la rivelazione: abbiamo selezionato dal testo del "Paradiso '49" tutti quei passaggi in cui Chiara Lubich sembra fare riferimento esplicitamente a se stessa. Troverete dei brevissimi interventi di nostra mano, ridotti al minimo, per giustificare la nostra selezione ed aiutare i lettori a comprendere il senso di alcune affermazioni (ammesso che ci sia).
La stessa presidente Margareth Karram scrive: "In quel patto del '49 si è aperta per Chiara l'esperienza mistica del Paradiso, in cui Dio le ha mostrato anche quale contributo l'Opera nascente avrebbe potuto offrire all'umanità, attraverso la spiritualità dell'unità." (Messaggio per il 16 luglio 2025, focolare.org)
E allora vediamolo, questo contributo, e che contributo, di Chiara all'umanità. Se ce la farete ad arrivare alla fine, potrete capire a cosa ci troviamo di fronte; per chi non ha la pazienza di aprire il link, ecco una sintesi:
Tempo fa eravamo Corpo Mistico di Chiara. Poi, dopo una nuova consacrazione a Maria (che seguì l'offerta totale di Fuoco) divenimmo: Corpo mistico di Maria. Ora siamo Corpo Mistico di Cristo in cui Chiara e Maria si perdettero perchè "nulla" e si ritrovarono: "Gesù". E' l'Incarnazione che prosegue.
Nel nostro precedente post, avevamo parlato di un'esperienza del Paradiso basata sulla "metamorfosi", ma leggendo meglio abbiamo capito che ci sbagliavamo: Chiara utilizza di frequente espressioni come "incarnare", e "prendere le carni". Usa anche termini come "iniettare", "sfondare il diaframma della volontà", e, per finire, "essere".
Nel libro inchiesta "La setta divina" Ferruccio Pinotti si sofferma sull'affermazione: "E che mi è suonata dentro subito come “ti cingo dentro” ma la parola era “incinta”. E io ho capito che Cristo prendeva posto nelle carni mariane, e che contemporaneamente capivo che le prendeva in me, le prendeva nell’anima delle pope», sollevando scalpore all'idea che Chiara si consideri incinta di Gesù. In realtà no: Chiara non partorisce bambini, né reali né metaforici; Gesù è entrato in lei per metterla incinta... di lei stessa, più che di una fecondazione si tratta di una coabitazione. Dentro Chiara vivono due esseri: Gesù e il suo Io; ecco spiegato come mai, nelle successive "Meditazioni", si lamenterà della presenza scomoda dell'Io, di cui vorrebbe disfarsi. La cosa da tenere ben presente è che, a visioni finite, Chiara non tornerà come prima: questa incarnazione di Gesù è permanente, lei è diventata davvero Gesù, il processo è irreversibile. E come tale merita di essere considerata.
La grande abilità di Chiara, nel "Paradiso", sta nel continuo passaggio da se stessa ad un gruppo di persone, che le permette di sfuggire ad un personalismo troppo blasfemo, e di giustificare simili affermazioni come "un dono per la Chiesa". Nello specifico il gruppo, però, è selezionato: si tratta di Igino Giordani e delle focolarine che passano le vacanze con lei. In alcuni passaggi è la sola Chiara ad entrare in Paradiso, in altri, invece, sono un' "Anima", un "drappello" e, così, vanno a formare un "corpo mistico". Se seguiamo l'ordine, questo corpo mistico subisce tre evoluzioni:
Corpo mistico di Chiara- Corpo mistico di Maria- Corpo mistico di Gesù.
Ecco perché Gesù "prende posto nelle carni mariane": pensavamo che, banalmente, Chiara in quanto donna si sentisse affine a Maria, invece no. Era già diventata Maria, insieme al suo "corpo mistico" (i seguaci), ora fa un ulteriore salto evolutivo e diventa Gesù. A questo punto, lei e i suoi "altra Chiara" popoleranno il mondo di altri Cristo.
LA NUOVA COMPRENSIONE DEL VANGELO (E DI TUTTO IL RESTO)
Sull'uso del termine "nuovo" i Focolarini sono molto ambigui. "Nuova via nella Chiesa" è il loro ideale, ma in quale senso? Verrebbe da pensare che alle spiritualità già esistenti se ne sia aggiunta un'altra, un'ulteriore proposta a cui può aderire chi si sente chiamato. Così l'abbiamo intesa, più o meno, tutti, e invece no: Chiara e la "sua mistica rosa" di popi intendono come "via nuova" la vera via, finalmente quella giusta, per comprendere davvero il Cristianesimo.
Una volta, mentre si trovava a Baar, in Svizzera, Chiara ha sentito Gesù che le diceva: «Ho aspettato venti secoli per rivelarmi a te». Sì, Gesù le ha rivelato in modo nuovo il suo abbandono. (Eli Folonari, Passavamo di sorpresa in sorpresa. Chiara e l'unione con Dio, Città Nuova 21 agosto 2012)
Chiara si trova in Svizzera principalmente per curare i suoi esaurimenti, ma Gesù non manca mai di aggiungere ulteriori dettagli alla sua rivelazione; non più sotto forma di incarnazioni, ma di pensieri che le passano per la testa, soprattutto quando si sveglia alla mattina. E che lei condivide immediatamente con il suo corpo mistico di eletti, che mai e poi mai ne mettono in dubbio l'origine divina.
Tutti gli altri cristiani, quelli che non sono rimasti folgorati dalle sue parole, quelli che hanno criticato il suo Ideale e lo hanno indagato al Sant'Uffizio, quelli che, semplicemente, non ne hanno mai sentito parlare... Sono gente che non capisce. Per quanto debba trattenersi, Chiara Lubich non riesce a nascondere il suo senso di superiorità nei confronti di tutto il resto della Chiesa, che non sa vivere il Vangelo quanto lei. Chi seguirà lei avrà qualcosa che nessun altro potrebbe garantire.
E non a caso si incomincia dal Vangelo: Silvia Lubich potrà sempre presentarsi, in giro, come un'ingenua e pura ragazza che ha iniziato a vivere il Vangelo quasi per gioco. Già, perché sfatiamo un mito: Chiara Lubich non legge il Vangelo "alla lettera", applicandolo sine glossa; Chiara Lubich, quando vuole, interpreta il Vangelo (ovviamente a modo suo), ma la sua novità sta nel fatto che lo mette in pratica, mentre tutto il resto della cristianità si limita a meditarlo.
Da quando sono entrata nel Padre, vedo il Vangelo e la Sacra Scrittura tutta nuova: tutte le parole, man mano che le leggo, s'illuminano. Abbiamo veramente la pienezza dello Spirito Santo.
La fiducia assoluta in Chiara e nella sua capacità di comprendere le parole di Gesù, in quanto Gesù lei stessa, non verrà mai meno nel Movimento. Riprendiamo la famosa risposta sulla rivoluzione sociale:
Pensavo proprio ieri: il Vangelo non è veramente capito. Perché se fosse capito il Vangelo non occorrerebbe altro, anche per la rivoluzione sociale (...) Tant’è vero che nel Padre nostro ci chiede di domandare il pane per dire di domandare le cose concrete. Ora, io capisco che si può dedurre una dottrina sociale cristiana, che si possono studiare a fondo sistemi economici, sistemi sociali; ma chi ha avuto il coraggio di impiantare una rivoluzione sulle parole di Dio? Secondo me nessuno. Sapete perché nessuno? Perché non le hanno capite. Noi siamo ancora nella situazione che stiamo rievangelizzando noi stessi, e stiamo appena appena sperimentando un pochino che chiedendo si ottiene, che cercando il Regno di Dio il resto viene in sovrappiù, stiamo sperimentandolo un poco; ma quando lo sperimenteremo veramente in una maniera che ormai sarà vita della nostra vita, Dio in carne, lo potremmo anche seminare in mezzo a tutti quelli che sono sottosviluppati, e diremmo, oltre a portare il pane per cominciare, perché questo è Vangelo, “Date da mangiare a chi ha fame, date da bere a chi ha sete”; quando potremo seminare col pane, e con i vestiti, e con la visita alle carceri, potremmo seminare il Vangelo, il genuino messaggio evangelico, noi potremmo fare la più forte, la più potente rivoluzione sociale. E io mi sento tanto sola nel dire queste cose, perché sono convinta di una convinzione che non immaginate (...) Per cui, a un dato punto, io dico mi sento sola nel dire questo, perché ho come cominciato a capirci dentro, sentendo la rivoluzione sociale di qua, in America, che poi è un fallimento, in America del Sud, ho visto quanti fallimenti che mi scrivono, di questi ragazzi che si mettono a far tante cose nell’America del Sud, ma anche persone adulte, e poi non riescono a risolverla, la questione, perché o si buttano da una parte, o si buttano dall’altra, e poi ci sono controversie, gli odi, e poi tutte le cose. Ma se noi capissimo bene Gesù, quello che Gesù è, noi avremmo risolto tutto. Però, guardate, siamo soli, siamo piccoli, però abbiamo un tesoro che un giorno o l’altro, io ne sono convinta, scoppierà. (...) Nel Vangelo c’è dentro tutto, perché Lui è venuto con una mente che, Dio era una cosa, il Verbo, e la mente era umana, che era le due nature, natura umana e natura divina.
La terziaria Chiara Lubich e i suoi focolarini sono nati e cresciuti in un ambiente cattolico, ma tutta la loro esperienza pregressa non fa testo: stanno "appena iniziando" ad evangelizzarsi, anzi, a RIevangelizzarsi, come a dire che l'educazione ricevuta aveva dato loro un'impostazione errata. E' l'Ideale, ovviamente, ad evangelizzarli, anche perché Chiara, quando chiede qualcosa al Padre, la ottiene di sicuro, mentre tutti gli altri cristiani, evidentemente, no. Se guardate il video che è contenuto nel post qui sopra linkato, noterete il tono di sottovalutazione con cui Chiara parla della dottrina sociale della Chiesa e dell'approccio intellettuale al Vangelo; per non parlare di quelle confuse esperienze "in America", probabilmente un riferimento alla Teologia della Liberazione, delle quali Chiara riceve notizia per interposta persona. Le scrivono per raccontarle che qualunque altra strada, diversa dalla sua, è un fallimento: chi lo fa? Perché Chiara non si informa direttamente? Non ne ha tempo, non deve mai interrompere i suoi contatti con il Divino.
Addirittura il pensiero di Chiara, le sue personali elaborazioni, sono Vangelo quanto i testi originari della Sacra Scrittura. Per i suoi veri fedeli, i cosiddetti "interni", non vale tanto la Parola di Vita, quanto il "Collegamento CH", nel quale può esplicitare fino in fondo l'unicità del suo cristianesimo. L'Ideale è "Verbo di Dio", perché il Verbo ha preso le sue carni.
Che differenza c'è, adesso, fra il Collegamento e la Parola di Vita? La Parola di Vita noi la scriviamo per tutti gli aderenti al Movimento, che sono un milione e quattrocentomila, aderenti e simpatizzanti... Difatti la Parola di vita è quella che fa nascere il Movimento in tante zone. Ci sono anche dei Vescovi che mettono su dei gruppi della Parola di vita. Nella Parola di vita, in genere, non emerge tanto la nostra spiritualità, in quanto è uno studio, una pratica del Vangelo: una parola qua, una parola là (della Scrittura...) dove si dice "come vivere la Parola" io cerco di far entrare l'Ideale, perché altrimenti resta teoria, che serve? Serve per illuminare la mente, per non essere ignorante, ma per noi serve poco."[Per rendere pratica la Parola è necessario l'Ideale, il semplice Vangelo non basta n.d. A.]
Però, mentre la Parola è per tutti, il Collegamento è per noi che camminiamo, per noi interni più impegnati. Allora direte: "Allora non è una Parola di Dio?" Ma certo che è una Parola di Dio, perché il Collegamento è una spiegazione con termini moderni, con termini usuali, con termini che si capiscono, di quella che è la Parola... Per esempio, l'ultimo andrebbe benissimo- come titolo- "Chi perde la propria vita, la troverà, e chi non la perde, la perderà". Ecco, così. Sempre c'è sotto, io non conosco nient'altro che il Vangelo e la Scrittura, io non conosco altro da vivere." (Chiara Lubich, incontro con la comunità di Loppiano, 26/06/1989)
E abbiamo anche la conferma dell'esoterismo dell'Ideale, la cui predicazione procede su due piani distinti: alle masse e alle autorità dei vescovi si destina la Parola di Vita, che si mantiene incentrata sul testo del Vangelo, mentre il vero circolo degli interni, la Claritas (come vedremo), il "corpo mistico" di Chiara/Maria/Gesù attinge direttamente al Collegamento, nel quale Chiara parla apertamente dei punti della sua spiritualità. Che, ci assicura, sono Vangelo perché "io non conosco altro che il Vangelo".
CLARITAS
Sento che prima di morire Egli mi mostrerà tutto. Ed è giusto che io sappia tutto perché sono Verbo nel Verbo. Mi mostrerà tutto perché Egli mi darà la Luce (Claritas) che il Padre ha dato a Lui. La stessa Luce. Cosicché avrò contemporaneamente la visione umana delle cose, la visione divina, e sarà permanente o molto ordinaria (senza miracoli) e possibile ed adattabile a tutti, chè tutti potranno averla. Infatti, se qualcosa mi rimanesse ignoto di là non potrei aver la perfetta carità che sono chiamata ad avere, essendo Gesù, perché avrei qualche timore.
Entrai in Chiesa per la S. Meditazione onde Gesù, lo Sposo mio, mi donasse altra Luce quale cibo per l'anima mia e per i miei clarificati.
Per la S. Comunione di stamane, io (Claritas Dei e cioè: Corpo Mistico di Chiara) vivevo questa Realtà: Ero l'Umanità intera: il grande G.A. che grida: "Dio mio, Dio mio..." Il cuore di quest'Umanità era la Claritas!
25 luglio 1949
Gesù, mi amasti tanto che mi desti il Tuo nome: Chiara= Claritas, Claritas= Luce, Luce= Dio. Luce= Verbo. E Lubich significa amore… Dunque Luce e Amore.
Non ci sono dubbi: Chiara è la Claritas, gli altri sono "clarificati". La dinamica è unidirezionale: lei attiva, loro passivi. Da notare, anche, che Chiara si attribuisce due visioni delle cose, quella umana e quella divina, esattamente come aveva fatto con Gesù, parlando della rivoluzione sociale.
Sul concetto di "claritas" Chiara cercherà di giocare, per stemperare i toni:
Lo Spirito Santo è proprio il dono che Gesù ci ha fatto, con l'abbandono, con la morte, è il dono che Gesù ci ha fatto perché noi possiamo essere uno come Lui e il Padre. Lui è uno con il Padre per lo Spirito Santo. Per essere anche noi uno come Lui e il Padre, occorreva lo Spirito Santo. Ecco che è venuta la "Claritas". (Chiara Lubich, Tema sullo Spirito Santo, raduno delle focolarine, 7 dicembre 1989)
Sembrerebbe, quindi, che la "Claritas" sia la luce dello Spirito, il carisma, e che quindi chiunque, vivendo l'Ideale, possa possederla. Una rielaborazione più innocua, ma i testi originali del "Paradiso" non lasciano spazio a dubbi: Claritas è Chiara stessa, nella sua persona.
Ma poi udì distinta una voce del Padre che disse: “Chiara!” E da tutte le facce l’eco rispondeva “Chiara! Chiara, Chiara, Chiara…”E sembrava che il Padre dicesse: “Ecco il Figlio mio diletto…” Questa visione è l’Anima nostra, quella di Gesù tra noi, che Chiara è Claritas e Claritas è luce! Dio, Gesù”.
Chiara presentata da Dio come presenta Gesù nella scena del battesimo, l'eco di tutti i componenti dell'Anima (il Movimento) che ripetono "Chiara! Chiara, Chiara"... Sembra di assistere ad una delle famose scene dei suoi arrivi ai congressi, accolta da ovazioni e seguita, alla partenza, fino all'automobile da una folla in estasi.
A questo punto nessuno può sorprendersi del culto della Dea Madre Chiara. Tecnicamente Chiara non è una dea, e non è nemmeno una vera madre, ma esistono dei ruoli da rispettare, definiti con precisione da Dio stesso:
Comprendo che Iddio ha dato a me sola la Luce dell'Unità e m'ha mostrato - fino a farmi morire in un oceano di Luce (che raramente è compresa da altri) - in tutta la sua vastità l'essere e la legge e la vita dell'Universo: nella sua vastità e nei suoi particolari. Ora gli altri l'avranno per partecipazione e cioè tanto quanto vi parteciperanno. E ciò dipende da me e da loro: io do la Claritas come fece Gesù ("e la Luce che hai dato a me io l'ho data ad essi") ed essi La riceveranno se la vorranno.
Voi, Clarificati, (Pope, Popi, Fuoco ecc.) siete come i chicchi di grano macinati e formanti un'unica Ostia. Ed io, con la Claritas vi dico: "Hoc est corpus meum" e diveniamo: Gesù. Voi dunque, e la mia umanità con la vostra, formano l'Umanità di Cristo... e la Claritas che io vi inietto forma la Divinità di Gesù!
Abbiamo, nell'ordine: Chiara, la Claritas che dona se stessa come Gesù nell'Eucarestia ("corpus meum", significativamente), i clarificati, che devono essere "macinati", e quindi annullarsi, ed infine il resto del mondo. Per quanto riguarda quest'ultimo, dev'essere conquistato e divinizzato senza alcun rispetto per il libero arbitrio e la personale adesione a Dio di ciascun individuo.
Se per fratelli "spenti" Chiara intende gli uomini non coinvolti nell'Ideale (come sembrerebbe), li definisce significativamente "peccato". Il peccato, l'imperfezione, è l'unico mezzo per entrare in contatto con loro. Chiara ha la potenza, in sé, di vincere la volontà umana e di fare da "ariete della Luce". Nella massa che deve ricevere l'Ideale rientrano anche aderenti e simpatizzanti, ingenuamente nutriti dalla Parola di Vita e convinti che "mamma Chiara" sia una brava vecchietta, che ispira un misterioso senso di pace.
Per quanto riguarda i chicchi di grano macinati, invece, di chi si tratta esattamente? Popi, pope e Igino Giordani ("Fuoco"). E, magari, se fosse finita qui, staremmo a raccontare una storia diversa. Invece Chiara incomincia ad allargare il cerchio: oltre a quelli della prima ora, pretende migliaia di focolarini vergini, focolarini sposati, volontari, e poi gen, e poi via via un continuo afflusso di gente che vuole assurgere al livello di "interni" dell'Opera e ricevere non il messaggio della Parola di Vita, ma quello del Collegamento CH. E così si ritrovano invischiati nella famosa questione del nulla.
Quando infatti noi, piccolo Corpo Mistico, ci amiamo per lasciar parlare Gesù nel Capo, dobbiamo annientare tutto: far tacere i sensi, l'intelletto, la volontà e la memoria ed anche l'ispirazione di Dio. Tutto va donato al capo il quale, ripieno di tanto amore, trabocca luce per tutti. Quindi anche il Capo dona tutto. Se egli dona luce di Dio, se ne è capace, è perchè è nella perfetta, triplice notte. Infatti, donando Parola di Dio, dona Amore, che è la Sua Essenza.
Il "Capo" è logicamente Chiara, oppure un'autorità che la rappresenta: capozona o capofocolare. Sembrerebbe una dinamica di governo interna al focolare, e già di per sé anticamera di abusi, ma sappiamo che l'attitudine a "farsi nulla", dimenticando persino la propria anima ("l'ispirazione di Dio"), è un comando imposto a tutti gli interni del Movimento. Chiara non ha saputo resistere, a farsi venerare dalle folle? Di fatto, ogni clarificato è un tramite tra lei e le masse, quindi più sono, meglio è: Chiara è presente ovunque e conquisterà il mondo.
E voi ritroverete Chiara in voi, donandola a Lui per ritrovarla. Donandola sempre con generosità per gli altri -onde siate come G.A. (Gesù Abbandonato) e come M.D. (Maria Desolata).
Il Corpo mistico di Chiara sarà, per giustizia divina. Ed io - donando tutti voi - sarò Gesù fra gli uomini, Gesù Fuoco e Luce: Gesù intero: Claritas totale: Corpo mistico di Chiara intero. Sarò la Piaga: la Trinità viva quaggiù.
Non c'è nulla di blasfemo se i focolarini, firmandosi nelle loro lettere, usano espressioni come "In Chiara", "Essere Chiara", "Perdere Chiara" e via dicendo; essere uniti in Chiara o in Cristo è la stessa cosa. Solo che lei, nel frattempo, è lì, una donna come tutte le altre, ed accetta un simile culto senza sentirsi a disagio. Anzi, è quello che le spetta, e niente di meno.
Stamane, subito dopo la Santa Comunione, sentii un dolce rimprovero dello Spirito. La sua Voce sottile mi diceva pressappoco così: "Quando entrasti in Paradiso ti sentisti Gesù, a tale punto che il non poter comunicare con Gesù nel tabernacolo era un tormento per te. Ora perchè non vivi la tua Realtà, quella che ho fatto in te attraverso le cure del divino Spirito nel seno del Padre? Perchè non vivi da Figlia di Dio, da altro Gesù (nel senso pieno acquisito in Cielo) giacchè lo sei se lo vuoi?" Allora ho capito la mia stoltezza! Esser tutto e viver da nulla. Esser Dio e viver da uomo e m'ha attratta la vita di Gesù...sono entrata in Lui uomo-Dio, ho capito che Egli, pur vivendo umanamente, sentiva d'esser Dio e guardava agli uomini ed alle cose, essendo Dio.
Significativo che Chiara Lubich, che ha trascorso la vita ad invitare gli altri ad "essere nulla", si rimproveri di "viver da nulla": non è compito suo, ma degli inferiori focolarini. Lei deve vivere da "altro Gesù", come Dio, non come un umano qualunque. Solo così, oltretutto, riesce a sentirsi bene dal punto di vista psichico.
Alla fine del file, come avete visto, abbiamo analizzato la lettera del 23 novembre 1950, che ha sconvolto le coscienze.
Ogni anima dei Focolari ha da essere una mia espressione e null’altro. La mia parola contiene tutte quelle delle focolarine e dei focolarini.
In realtà, dietro a questo apparente delirio megalomane di Chiara potrebbe nascondersi una logica. Forse siamo di fronte ad una guerra di potere: probabile che altri focolarini e focolarine volessero fornire una propria interpretazione dell'Ideale, avere delle visioni pari a quelle di Chiara, o magari rettificarne alcune parti, ritenute inaccettabili. Ma la cara leader non fa concessioni:
Io esigo dai miei che siano perfetti come il Padre, che siano amore in atto e non altro. Se sono diversi li abbandono togliendo loro anche ciò che credono di avere. Come Gesù. L’Unità è Unita dunque ed un’anima sola deve vivere: la mia e cioè quella di Gesù fra noi che è in me.
Il Paradiso, almeno quello '49, non è una democrazia.
CHIARA NELLA CULTURA POPOLARE FOCOLARINA
Cos'hanno letto direttamente del file su cui stiamo lavorando, i milioni di aderenti al Movimento dei Focolari? Cosa sanno della Claritas? Nulla, in sostanza; ma l'idea che Chiara sia non solamente una madre, ma una madre dea, è inoculata con precisione fin dalla prima infanzia a coloro che si ritrovano a crescere all'interno del gruppo.
Ne sono un ottimo esempio le canzoni del Gen Rosso e del Gen Verde. De "La Madre" parla l'articolo di Francesco Murru (allego di nuovo il link): siamo nell'ordine delle canzoni che definiremmo "criptolubichiane", ovvero che sembrano riferite alla Madonna ma, in realtà, alludono a Chiara. "La Madre" appartiene all'albun "Se siamo uniti", forse tra i più riusciti del Gen Rosso, contenente hit come "Servo per amore" e "Vieni e seguimi", probabilmente tra i canti più eseguiti nelle parrocchie italiane. Anche "La Madre" è una canzone di livello, insolitamente lunga, e mi chiedevo come mai venisse eseguita di rado, durante le messe celebrate agli incontri. Eh, eh, chissà qual è il motivo...
Ad analizzare ora il testo, "alla luce del '49", come dicono i focolarini, è ben comprensibile come la canzone sia talmente criptolubichiana che è meglio lasciarla lì, anziché farla sentire troppo in giro. Oltretutto, in "La Madre" canta un coro di voci sia maschili che femminili, il che ne rafforza ancora di più il messaggio: per una volta tanto focolarini e focolarine sono insieme e, molto meno nullificati del solito, stanno celebrando se stessi, oltre che Chiara Lubich.
Dagli abissi del suo cielo la Parola è scesa fra di noi e portava dentro sé l'ansia di unirci al Padre. Il suo corpo ci ha donato come cibo per l'eternità e su tutti noi mandò lo Spirito d'amore. E una Madre ci lasciò che custodisse in noi tutta la sua verità. La Madre che ci aspetta sai chi è, la casa sua che accoglie sai dov'è: dove l'amore è vero, dove l'amore è vita fra noi. (2v) Quella madre ci conduce alla fonte della verità, là dove ci sazierà col cibo che non muore. È una Madre che ci svela il mistero della Trinità, là dove ogni cosa è canto di vita e amore. Lei, segno dell'unità, segno di santità, cuore dell'umanità. Rivestita di Parola, una Luce nella Chiesa c'è che nel mondo irradia già la nuova primavera. È un riflesso della Madre che ora vive nell'umanità e degli uomini farà una famiglia sola. È luce dell'unità, fiamma di carità, armonia di Dio fra di noi. Stiamo parlando di Maria, è evidente! In realtà, molte espressioni suonano già di per sé piuttosto insolite, se attribuite alla figura della Vergine: "Una Madre ci lasciò che custodisse in noi tutta la sua verità", "E' UNA Madre che ci svela il mistero della Trinità" (non l'unica Madre, dunque), e soprattutto "Una luce NELLA Chiesa c'è": è tipico di Lode, come compositore, lasciarsi andare proprio nell'ultima strofa, con riferimenti più espliciti al ruolo di Chiara nella Storia dell'umanità. Se poi andiamo a recuperare il testo del "Paradiso '49", possiamo vedere come la canzone segua puntualmente i passaggi della rivelazione: dapprima Gesù Cristo scende nel mondo come Verbo (la Parola), poi come Eucarestia (il suo corpo ci ha donato), poi sotto forma di Pentecoste (lo Spirito d'Amore). E finalmente arriva Chiara, che custodisce, ovvero sintetizza nelle sue rivelazioni, tutta la Verità. Da Chiara derivano lo svelamento della Trinità (le famose "dinamiche trinitarie"), la santità collettiva, l'unità, e la conseguente "primavera nella Chiesa". E così arriviamo al mondo unito: "E degli uomini farà una famiglia sola". Le cose si fanno molto più semplici quando dalle canzoni criptolubichiane passiamo a quelle composte con l'intento esplicito di ringraziare Chiara. Sono molte e, significativamente, difficilissime da reperire; chissà perché, le registrazioni sono quasi tutte sparite. Nell'articolo di Murru si fa riferimento a "Come dirti con le parole", testo che glissa continuamente, con straordinaria abilità, da riferimenti a Dio ad altri che non possono che destinarsi a Chiara. Come dirti con le parole l'Infinito che hai messo in noi nelle tue mani la vita si trasforma. Come poter ridonarti quell'amore che Tu (o tu?) ci dai quel soffio col quale Tu/tu ci fai altri te... Cosa significa "nelle tue mani la vita si trasforma"? Cosa mai avrebbe fatto, Chiara Lubich, con le proprie mani? Nulla, il suo compito non è vivere ma predicare. E' evidente che i membri dell'Opera di Maria stanno già tributando onori ad un'immagine di Chiara che hanno costruito dentro di sé, alla quale devono infinita-e per noi immotivata- gratitudine, dal momento che "loro" stanno usando le loro mani per trasformare la vita di lei. Permettendole di rimanere la principessa, la Vergine Sposa, nel suo castello. Che tra poco avremo l'onore di visitare. Perché comporre continuamente canzoni di ringraziamento? Che io ricordi, servivano soprattutto per i congressi e le visite che Chiara faceva nelle varie zone e cittadelle: quando la cara leader saliva sul palco, veniva accolta dalla canzone di ringraziamento, che lei apprezzava, sedendosi, compiaciuta, in attesa di iniziare a leggere il suo intervento. La prima volta che ho incontrato Chiara, quella fatidica in cui pensavo che avrei incontrato Dio, ci fecero imparare con meticolosità la canzone che riporterò ora, ma, al momento del suo arrivo, il Gen Verde salì sul palco ad eseguirla, lasciando noi poveri comuni mortali di sotto, con i fogli del testo in mano e l'emozione. Eppure eravamo noi la comunità del posto, pensavo, ma non eravamo abbastanza degni di andare ai microfoni per Chiara, ci volevano le pope del Gen Verde che sono del mestiere. L'ho ritrovata, non in versione integrale ma in due frammenti di video, che trovo molto significativi. Credo si intitoli semplicemente "Grazie Chiara". Perché tu hai creduto senza dubitare mai hai sperato contro ogni speranza solo in Lui come Maria, per aprire a noi la sua più bella via lascia che ora noi cantiamo a te. Grazie, Chiara, solo grazie sia la nostra vita che ora e per l'eterno ridoniamo a te. Grazie, Chiara, solo grazie sia la nostra vita che ora e per l'eterno ridoniamo a te. Perché ci hai colmato il cuore dei segreti suoi e vediamo il Paradiso già con gli occhi tuoi e molto più, perché la tua vita ci hai donato tu lascia che ora noi cantiamo a te. Grazie, Chiara... Abbiamo capito che non c'è nulla di sbagliato, siamo in regola con l'ortodossia se la vita viene ridonata per l'eterno non a Dio, ma a Chiara. Ma anche questa canzone, in alcuni passaggi, risuona piuttosto inquietante: in particolare "hai sperato contro ogni speranza solo in Lui". In genere si spera contro il dubbio, addirittura contro ogni evidenza... Ma che significa sperare "contro ogni speranza"? Se le speranze sono quelle degli altri, ad esempio le vostre speranze di vivere una vita in santa pace, in effetti Chiara non desisteva: voleva venire a conquistarvi e, magari, leggendo questo post, c'è riuscita. La casa di Chiara "La madre che ci aspetta, sai chi è? La casa sua che accoglie, sai dov'è?" Di sicuro non erano queste case di Chiara sempre chiuse, che fossero in Svizzera, a Loppiano o Rocca di Papa. L'umanità di Chiara, la sua dimensione domestica, doveva rimanere inaccessibile, mentre ci veniva raccontato che assolutamente era una persona umile e alla mano, che conduceva una vita come tutti. D'altra parte, Lode e i popi e pope cantano che la casa della Madre è "Dove l'amore è vero, dove l'amore è vita fra noi", mentre un sax, di sottofondo, si esibisce sornione sopra i concetti teologici. Eppure, ascoltandoli, pensavo che quella vita fra loro, nella quale erano così felici, fosse una cosa chiusa e non riservata anche a me. Ora che Chiara non c'è più, la visita della sua residenza è divenuta una tappa fondamentale per la comprensione della sua figura, nell'ambito del processo di beatificazione (o almeno così sembrava fino a poco tempo fa). Che le case dei santi e dei beati diventino dei santuari, con l'esposizione quasi museale dei loro oggetti, è una prassi consolidata, ma la focolarina del video ci assicura che la casa di Chiara era già così quando lei era viva. E non è difficile crederle: lo stile è inconfondibile, la casa è fondamentalmente un ufficio ed un centro congressi, con un tavolo riunioni che si convertiva in sala da pranzo quando la leader concedeva, bontà sua, ai suoi collaboratori di pranzare. Cucinava lei? Assolutamente no: un solerte focolare si trovava al piano di sotto. Confesso che con Tanya e altri amici di Oref abbiamo riso parecchio della modestia di Chiara Lubich, che vuole lasciare ai posteri la sua santità (sicura com'era di averla), e soprattutto per la faccenda dei vestiti: essendo povera, Chiara si disfava degli abiti vecchi per fare posto a quelli nuovi... Figuriamoci se il Movimento non sarà stato pieno di focolarine entusiaste di indossare la roba usata di Chiara Lubich! Che il guardaroba fosse sempre rifornito, lo raccontano numerose testimonianze: per ogni occasione, tra viaggi, compleanni, festività, i focolarini organizzavano vere e proprie comitive per inondare Chiara di doni di ogni tipo, facendo a gara a stupirla con i beni più costosi. La dea madre non poteva meritare di meno. Certo è che, al di là delle battute, non può che risaltare l'autoreferenzialità assoluta di questa casa, nella quale tutti i libri sono scritti dalla stessa proprietaria e, più di ogni altra cosa, viene mostrato il tavolo per le conferenze telefoniche, il famoso Collegamento CH, la vera fonte del Vangelo per l'Opera. Chiara impiegava la gran parte del suo tempo ad effettuare le teleconferenze, e questo riempiva le sue giornate: alla focolarina sfugge la frase "Era una grande gioia ogni volta che c'era questo collegamento; di colpo non eravamo più isolati, ma una grande famiglia." Isolati? Chiara nella sua casa, dato che non conviveva stabilmente con nessuna focolarina, ma le chiamava dal piano di sotto, in caso di necessità. Tutti i focolarini, in generale, nel mondo ostile e ingrato, quello in cui non si può parlare liberamente, quello che non capisce Chiara Lubich e non sa comprendere la sua divinità. Ora comprendo perché Gesù, pur predicando l'unità e con ciò la perfezione del gaudio, era sempre mesto: non aveva alcuno sulla terra che Lo comprendesse appieno: solo il Padre Lassù. Nemmeno la Madre sua Lo capiva in pieno, ché, dopo una rivelazione che Egli Le faceva, Gesù ne aveva un'altra più piena. In conclusione, tutto poteva ancora filare liscio se Chiara si fosse limitata a considerarsi una mistica, depositaria di una serie di visioni insolite su Dio, la Trinità, il mondo; ma la sua esplicita volontà è sempre stata quella di essere una leader religiosa (più volte le è stato proposto di cedere ad altri la direzione del Movimento, ed ha sempre rifiutato) e, soprattutto, una teologa e riformatrice della Chiesa. Queste sue pretese hanno dato inizio ad una serie di tentativi di realizzare nelle strutture del Movimento le visioni del '49, con l'inevitabile creazione di ambienti esoterici, carichi di esaltazione, dove il dissenso era inconcepibile. Il popolo degli aderenti la rimpiange, non riuscendo a capire perché la sua popolare, spontanea "santità", non venga apprezzata come merita. Ma, in fondo, molti ancora si beano nel fissare la sua immagine sorridente, magari di quando era giovane e obiettivamente molto bella. A fare le spese della crisi, invece, sono coloro che si trovano nel mezzo, gli "interni", coloro che dovevano dare la loro vita per annullarsi in Chiara, ed ora non trovano un preciso senso alla propria vocazione. Sono loro a denunciare gli abusi e ad abbandonare il Movimento, ma sono anche gli unici depositari della verità, intesa come storia reale, al di là delle narrazioni gonfiate. Se Chiara Lubich non è una dea, cosa ci rimane della sua figura? Se "Claritas" non è lei ma il suo carisma, come continuare a praticarlo? Solo loro, se possibile, possono dare una risposta. |
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