CANTARE DI CHIARA RICORRETTO E DI NUOVE FIGURE ADORNATO




Diamo ora inizio alla pubblicazione del primo ciclo epico cavalleresco della nostra Biblioteca Carismatica Focolarina: il ciclo della paladina Silvia Chiara Lubich

Questo ciclo riprende la materia narrata da Igino Giordani in "Storia di Light" e da altri autori quali Franca Zambonini, "L'avventura dell'unità" e  Jim Gallagher, "A woman's work"; ma dirà anche "cosa non detta in prosa mai, né in rima", o almeno così vuole farci credere la narratrice.

La narratrice? Sì, forse non lo sapevate, ma nei poemi che si rispettino c'è sempre un narratore di secondo grado, giusto per complicare la vita a chi legge, e difatti il narrator* non sono io, Marfisa, ma ho solamente trovato il manoscritto nella Biblioteca Carismatica. L'ho decifrato con grande fatica... Sto scherzando, quello era Alessandro Manzoni, che salutiamo. Vi avverto: di solito il narratore è un arabo pazzo... Questo è Lovecraft, basta scherzare!

Vi lasciamo alla prefazione della narratrice, che poi farà anche un'introduzione (non lamentatevi: è al posto del proemio alle Muse), e finalmente la grande narrazione avrà inizio.

Omnia vincit Amor!



SCOMPONENDO CHIARA

Pamphlet


E così, è finita che ho scritto un libro su Chiara. Non l’avrei mai pensato… Ho iniziato a scrivere proprio per crearmi un mondo dove finalmente lei, anzi, loro, non potessero raggiungermi. Ma sapevo che Chiara è una figura molto familiare, nella mia vita, e che avevo bisogno di fare i conti con lei.

Temevo di vendicarmi (la vendetta è inaccettabile, nell’etica focolarina, e quindi mi avrebbe esclusa per sempre dalla mia comunità d’origine), e invece mi sono ritrovata, per la prima volta, a sentire Chiara Lubich un po’ vicina a me, ad entrare, finalmente, in qualche forma di intimità con la sua figura. Mi sono anche, sorprendentemente, divertita.

Ho fatto una cosa che per i Focolari è inconcepibile: ho moltiplicato i punti di vista. In questo libro troverete quattro Chiara, raccontate secondo il moderno genere della fiction letteraria: una scrittura a metà tra l’invenzione e la documentazione giornalistica. Se fossimo in un film prodotto dalla Marvel, diremmo che nel Multiverso esistono quattro varianti di Chiara. Non si tratta di biografie, lo preciso subito, ed infatti le fonti che ho citato, nel modo più fedele possibile, sono troppo approssimative. È pur sempre un libro a tesi, inutile nasconderlo.

Chi era Chiara veramente? Una delle quattro? Un po’ di tutt’e quattro? Nessuna? Questo interrogativo angoscerà sicuramente i focolarini, che saranno molto offesi da questo libro. Non credo, invece, che si tratti di un problema per la stessa Silvia “Chiara” Lubich, se in questo momento lo sta vedendo; anzi, credo che addirittura le faccia piacere, malgrado il trattamento sia stato spietato, ben diverso da quello a cui era abituata. Finalmente è libera di essere tutto ciò che le pare.

Il disegno di Dio? Beh, anche Lui, finalmente, in questa storia, sarà libero di disegnare quello che Gli pare. Chiara si permetteva di darGli consigli su come avere più successo presso il pubblico dei suoi creati: esistono persone così, che hanno una visione “economica” della religione. Se non le sopportate, statene alla larga, ma qui cercheremo di andare oltre i loro giochi di manipolazione. È molto difficile essere amici di una persona come Silvia “Chiara”, tenterà sicuramente di fagocitarvi. Questo non significa che non possiamo entrare in empatia con lei, scoprire la sua vera, profonda solitudine interiore.

Un’ultima cosa: non ci soffermeremo più di tanto su “Lo ha fatto una donna”. In ognuna delle quattro storie, Chiara non si accontenta di essere una donna, e non è interessata ad essere un uomo. Forse è interessata ad essere Dio, ma non è del tutto chiaro nemmeno a lei stessa.  

Ognuno dei personaggi che la circondano, e che ho citato, potrebbe essere esplorato all’infinito; malgrado la pila di libri che è stata scritta di su loro, non ne sappiamo nulla. Scriveremo di loro, e di Chiara, per concedere finalmente una possibilità, quella possibilità a cui hanno rinunciato: essere un mistero.

  

INTRODUZIONE

UNA DONNA AL COMANDO DI UN MOVIMENTO: MA COSA SARÀ?





Una donna al comando di un Movimento nella Chiesa cattolica, che vieta qualunque forma di sacerdozio femminile ed è tacciata continuamente di maschilismo… Affascinante! Ricorda le paladine della letteratura cavalleresca, come Bradamante nell’”Orlando furioso”, Clorinda nella “Gerusalemme liberata”. Ammirate da tutti per il loro coraggio e valore, in prima battuta venivano scambiate per un uomo, a causa dell’armatura che indossavano e della celata che nascondeva loro il volto. E così anche Chiara, pur essendo perfettamente femminile, è anche perfettamente allineata con la chiesa di uomini a cui appartiene.

 

La nostra paladina Silvia Lubich, che va alla tenzone con il nome di “Chiara” ed ha per emblema una stella oro su campo azzurro, è sempre pronta a lottare per Ga (Gesù Abbandonato), il suo Sposo misterioso; a detta sua non vuole scontrarsi con nessuno, ma sempre dialogare, di fatto ha una notevole tendenza a lasciare vittime sul campo.

Sono le sue frasi fulminanti a turbare le menti, i suoi aforismi dai contenuti durissimi, ma magari buttati qua e là in un discorso. Si ricordano tutti del periodo in cui parlava ad alta velocità, intervenendo ai congressi a Castelgandolfo. Si ricordano del suo tono di voce acuto, decisamente su di giri. Poi ci sono stati periodi in cui era rilassata, colloquiale, rispondeva alle domande in modo molto disinvolto, come se fosse perfettamente naturale, per lei, parlare di enormità che la Chiesa considerava al limite dell’ortodossia. E così, magari solo per fare colpo sulle platee, inanellava stoccate in punta di lancia, come “Essere morti a noi stessi”, “Tagliarsi la testa”, “Perdere tutto.” Spesso erano le uniche cose che rimanevano impresse nella mente dei suoi ascoltatori. Come nel libro di Orwell “1984”, un partecipante avveduto aveva la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava, ma subito, per via della pressione collettiva, spostava il disagio, tornando a pensare che fosse tutto “bellissimo”.

La letteratura carismatica può essere interpretata in vari modi, essendo meravigliosamente priva di spirito critico, e bisogna dire che davvero la sua si distingue, per stile e contenuti. Una Lubich, nella biblioteca carismatica, è un volume da collezione, addirittura circola un suo testo che dovreste tenere chiuso in cassaforte, perché è proibito: il “Paradiso ‘49”. Ma la stessa Lubich non è solamente autrice, è anche personaggio, protagonista di storie mirabolanti ed oggetto di anni di studi da parte di teologi che, come vedremo, spesso consacrano a lei tutta la loro produzione.

È del personaggio che andremo ad occuparci, provando a dimostrare che la sua figura può cambiare di volta in volta, ed essere interpretata in chiavi diverse. So bene che questo è un affronto, dato che Chiara, più di qualunque altro, ha sempre sostenuto una visione univoca della realtà. Tutti noi siamo uno, nessuno e centomila, direbbe Pirandello… Tranne due persone: la Vergine Maria e, appunto, Chiara. In realtà restringerei il campo, perché persino Maria era almeno due cose: la perfetta creatura, Corredentrice del mondo, e una normale madre per Gesù, quando se ne stavano tra di loro (come vedremo, già questo crea a Chiara dei problemi). Insomma, siamo nella blasfemia più pura, stiamo andando a praticare la moltiplicazione dei punti di vista su Chiara Silvia Lubich, l’unica tutta d’un pezzo, anzi, l’Una.

Chi avrà il coraggio di leggere una o tutte queste storie, sicuramente si sentirà in colpa, come me adesso. Stiamo facendo soffrire la povera Chiara!


Ogni “storia” personale parla di Dio in maniera ancor più eloquente di come ne parla il creato, con le sue albe, tramonti, laghi, fiori, pianure, foreste…

Non si può però negare che alcune di queste “storie” siano emblematiche, esemplari o strategiche per la vita di moltissime altre “storie” che saremmo tentati di definire “minori”, anche se Dio solo sa come stanno veramente le cose. Con il sostegno e il conforto dello sguardo sapiente della Chiesa e di un sempre più ampio e diffuso consenso di popolo, possiamo ritenere che la vita di Chiara Lubich, per abbondanza di opere e fecondità di pensiero, abbia una rilevanza particolarmente originale e universale. (Donato Falmi in “La famiglia Lubich, quando Chiara era Silvietta”, Città Nuova 22 gennaio 2020)

Ecco, tanto per chiarire: lei e la sua storia sono meglio del Creato e, soprattutto, meglio di voi e delle vostre misere storie, che sono di sicuro tra quelle “minori”. Vi sembra che su Città Nuova, l’organo ufficiale di Chiara, si facciano scrupoli a farvi soffrire?  Nessuna delle quattro eroine proposte, se GA le facesse cenno dagli spalti, vi risparmierebbe la vita.

 

Incominciamo subito a divertirci. Alla tenzone!

 

Sommario:
1)     FOLLIA, una storia in cui Chiara Lubich è una giovane che sviluppa progressivamente un delirio a sfondo religioso
2)CARISMA, in cui Chiara Lubich è una nuova santa, innovatrice della Chiesa (Questa versione la conosciamo tutti, ma vedrete che sarà perfida come le altre)
3)    MANIPOLAZIONE, in cui avremo una Chiara che decide di fondare una setta
4) NULLA, in cui Chiara è una nichilista vera


Prossimo post: Follia, parte I 

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